Un nuovo millesimo per il DosaggioZero Riserva di Maso Martis, azienda vitivinicola a conduzione familiare sulla collina est di Trento, a Martignano, ai piedi del Monte Calisio. Si tratta di un Metodo Classico notevolmente fine, uno dei primi pas dosé prodotti in Trentino (è stato rilasciato prima volta nell’annata 2009). Un blend di Chardonnay e di Pinot Nero, vinificati separatamente il primo in barrique di rovere francese e il secondo in acciaio inox e poi assemblati dopo 8 mesi e poi “abbandonati” a una sosta sui lieviti di almeno 36 mesi. Quindi il “tiraggio” senza l’aggiunta di un dosaggio zuccherino che ne modifichi il profilo.
Un vino verticale ed essenziale, che unisce complessità a una straordinaria freschezza espressiva, dal corpo e dai profumi intensi, minerale, dal carattere robusto e deciso. Nel calice esibisce un giallo paglierino chiaro molto luminoso e un perlage fine e molto persistente. Il naso è di frutta bianca matura, scorze di agrumi, frutta secca, spezie e pasticceria, in bocca vibrante e lungo, con una bella spina sapida. Si presta ad abbinamenti con piatti di pesce o di crostacei, con carni bianche, piatti a base di verdure, formaggi freschi o di media stagionatura. Il prezzo è di 40 euro a bottiglia all’incirca.
Maso Martis nasce nell’estate del 1987 dall’incontro di Antonio Stelzer e Roberta Giuriali durante una vacanza in Jugoslavia. Un flirt estivo che si trasforma presto in una storia di vita e di lavoro. Negli anni Ottanta il padre di Antonio, l’imprenditore Giuseppe Stelzer, aveva acquistato 12 ettari tra bosco e vigneti a 450 metri di altitudine, su suolo calcareo, ricco di scheletro e con ottima esposizione. I primi impianti, realizzati tra il 1982 e il 1986, prevedevano Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Meunier e Moscato Rosa. L’idea iniziale era conferire l’uva alla Cantina Sociale.
Antonio, allora giovanissimo, segue da vicino i lavori nei campi. Nel 1990, con la fidanzata Roberta, prende in mano la gestione del maso e sceglie di puntare sul Metodo Classico, una direzione allora tutt’altro che scontata in Trentino. La cantina viene attrezzata con il minimo indispensabile e nel 1992 nasce la prima etichetta: uno Chardonnay fermo. L’anno dopo arriva la Doc Trento, e con essa il primo spumante, un Brut. Nello stesso anno nasce la primogenita Alessandra. Per dieci anni Maso Martis alterna spumanti e vini fermi. Poi la scelta definitiva: specializzazione sul Trentodoc, mantenendo in gamma solo lo Chardonnay fermo, come omaggio alle origini. «Il Metodo Classico è il vino che amiamo, che per noi meglio rappresenta il Trentino», spiegano Antonio e Roberta.
Il nome dell’azienda è una dichiarazione d’intenti: maso indica il complesso rurale con vigneti annessi, Martis è il genitivo latino di Marte e richiama l’antico nome del paese, Martis fanum – Tempio di Marte. Un nome scelto anche per la sua musicalità, preferito al cognome di famiglia, di origini austriache. Oggi Maso Martis è certificato biologico, produce solo con uve di proprietà e fa parte dell’Istituto Trentodoc. Dal 2021 è ufficialmente iniziato il passaggio generazionale: Alessandra e Maddalena, le figlie, guidano la società agricola, con Roberta e Antonio ancora attivi rispettivamente nella promozione e nella gestione agronomica.
Tra i progetti futuri: ristrutturazione del punto vendita, ampliamento della sala degustazione e nuovi impianti a 800 metri di altitudine. Trent’anni dopo il primo vino, la scommessa di quei due ragazzi continua, sempre per passione.