Forse lo si doveva capire fin dall’altra sera, quando l’organizzazione ha comunicato alla carovana che l’ultimo tappone alpino sarebbe diventato una tappetta. Non più 130 chilometri ma 93: niente Col de Saisies dopo che nelle ultime ore era stata riscontrata la presenza di un focolaio epidemico in un allevamento posto sul colle.
Quindi la corsa ha bypassato in un sol colpo sia la Côte d’Héry-sur-Ugine, così come il Col des Saisies.
In verità lo si era già capito l’altra sera, sul Col de la Loze, che i giochi erano fatti. Che Tadej Pogacar era inattaccabile. Così, l’ultima tappetta alpina ha sorriso a Jonathan Milan.
Sì, nel giorno di Thymen Arensman, l’olandese che già si era portato a casa il traguardo di Superbagneres, sui Pirenei, e che si esalta anche sulle Alpi vincendo in solitaria a La Plagne precedendo Vingegaard e la maglia gialla, le Alpi sorridono alla maglia verde Milan.
Il pericolo era un successo di Pogacar che però non va oltre il 3° posto. A questo punto l’azzurro è messo più che bene (80 punti di vantaggio, 120 ancora in palio, ndr). Certo, c’è da faticare anche oggi, nella tappa che condurrà la carovana a Pontarlier, prima del volo verso Parigi per il grande finale di domani, ma manca poco.
Il ciclismo italiano spera in Jonny, che potrebbe essere il terzo italiano della storia a portarsi a casa la maglia verde della classifica a punti dopo Bitossi e Petacchi e per questo traguardo ha già fissato il fioretto che è nella sostanza una scommessa condivisa con i compagni della Lidl Trek: se riuscirà nell’intento, dovrà colorarsi di verde la barba. «I miei compagni di squadra sono perfidi, ma non posso deluderli...», dice.
Non delude neanche Arensman, che si fa in quattro per bissare il successo pirenaico. Il pellicano, così viene chiamato in gruppo l’olandese, a 14 chilometri ha la forza di scattare due volte in faccia a Pogacar e alla sua ombra Vingegaard. Lasciarsi alle spalle quei due non è cosa semplice, ma il Pellicano tra i due non ci mette becco, bensì le gambe e fa valere la sua giornata di grazia.
Insomma, come spesso accade, tra i due litiganti il terzo gode, anche se Pogacar gode più di tutti: ora deve solo preoccuparsi di restare in piedi o non prendere un raffreddore, sperando che non cada un meteorite. Sul podio ci salirà anche il tedesco Lipowitz: con due Gulliver tra i pedali, non poteva che esserci il lillipuziano Lipowitz.