Il Tour come la Coppa Cobram. Il ciclista Lenny Martinez come il ragionier Ugo Fantozzi. Ieri nella terzultima tappa della Grande Boucle è andata in scena l’unico momento davvero “divertente” di un’edizione emozionante quanto un film giallo di cui già si conosce l’assassino (in questo caso non il maggiordomo, ma il cannibale Tadej Pogacar). Il merito dell’inatteso sussulto va riconosciuto “onestamente” a Martinez, portabandiera (o meglio, portaborraccia) di una strategia ribattezzata, appunto, “borraccia incollata” o, se preferite, “appiccicosa” (quegli snob dei francesi la chiamano “bidon collé”).
Essa consiste in una tecnica fantozziana sperimenta già a suo tempo al cinema. Come funziona? Il ciclista di turno, più o meno spompato, si accosta all’ “ammiraglia” (l’auto di servizio della sua squadra) e finge di voler una nuova borraccia (si spera piena d’acqua, in tempi di doping non si sa mai…). A questo punto l’”ammiraglio” (o chi per lui) abbassa il finestrino e porge la borraccia al proprio assistito il quale l’afferra con decisione e, con altrettanta decisione, non la molla per diversi secondi, sfruttando così l’abbrivio della macchina che proseguendo la corsa offre gratis un “passaggio” al pedalante sfiancato che beneficia quindi di una defaticante spintarella. Passi pure se la cosa accade una tantum volta, ma quel furbetto di Martinez e quei furboni del suo team motorizzato ieri hanno ripetuto il trucchetto per ben tre volte costringendo i giudici di gara ad annullare il premio della montagna che Martinez aveva vinto imbrogliando.
Ai cultori dei film di Fantozzi non sarà sfuggita l’analogia tra la scenetta regalata dalla ditta Martinez&C. e la sequenza in cui un collega d’ufficio di Fantozzi durante la Coppa Cobram si attacca con un bastone alla bici del ragionier Ugo che grazie alla “bomba” (a base di “metridina, sinfamina, aspirina, franceschina, cocaina e peperoncino di caienna”) fila via come un treno. Intanto oggi penultima tappa del Tour. Tutti in sella. Alla bersagliera.