È tregua tra Italia e Francia sulla governance di StM. Dopo un 2025 infuocato con lo scontro dichiarato tra i due azionisti Cdp (50%) e Bpi (50%) sulla nomina dei consiglieri di parte e sulla gestione dell'azienda di semiconduttori (chip), il ritiro dei 1.500 esuberi previsti ad Agrate segnala un cambio di passo.
Ministro Adolfo Urso, come siamo arrivati al ritiro degli esuberi per lo stabilimento di Agrate?
"Con il metodo del confronto, che abbiamo adottato sin dall'inizio della legislatura e che ci ha consentito sinora di evitare ogni forma di licenziamento collettivo nei casi affrontati al Mimit".
Da StM a Beko, passando per Wärtsilä, Marelli, Berco e La Perla, dalle grandi multinazionali alle aziende di minori dimensioni. E nello specifico?
"Un impegno continuo. A livello politico, con i ministri francesi competenti. A livello sociale, coinvolgendo tutti gli attori, dai sindacati alle Regioni, in un grande lavoro di squadra. Con l'azienda, facendo valere le nostre buone ragioni".
Come si tradurrà concretamente il piano condiviso di uscite volontarie?
"Innanzitutto, ora il confronto passa sul piano industriale per Agrate. Il ritiro degli esuberi si associa a questo passaggio con un orizzonte temporale (2027) adeguato per dare credibilità alla volontà dichiarata dall'impresa di dare centralità al sito per le tecnologie Mems e Smart Power".
Ora però si trattta di rilanciare il polo lombardo. Con quali passaggi?
"Al tavolo del 15 settembre la società ha confermato il ruolo centrale dello stabilimento di Agrate, con il passaggio dai 200 ai 300 millimetri e con una crescita stimata della capacità produttiva superiore al 30% entro la fine del 2027, favorita anche dall'accordo raggiunto con NXP, che consentirà maggiori volumi".
Il fronte italiano e quello francese tornano dunque a collaborare?
"Sul piano politico la collaborazione non è mai mancata in questi tre anni, anche nel passaggio di governo in Francia: prima con Le Maire e poi con Ferracci e Lombard, che ne avevano ereditato le competenze. Per quanto riguarda la governance, condivido quanto fatto in questi mesi dal Mef e attendiamo sviluppi a breve. A me tocca presidiare il fronte industriale e quanto conseguito è di grande rilievo, soprattutto se lo confrontiamo con il contesto europeo, in cui altri grandi attori hanno rinunciato a investimenti già annunciati".
Possiamo dunque escludere uno spezzatino?
"Sì, la strada giusta è un'altra: quella di fare di StM il campione europeo della microelettronica. E si può fare solo con una governance determinata allo sviluppo, in quello che è il settore strategico più importante nella competizione globale. La presenza di Giorgetti al tavolo credo sia stata indicativa".
Quale sarà il ruolo dello Stato italiano?
"Decisivo, sia sul piano della governance che su quello industriale. Sul fronte finanziario, il Mimit mette a disposizione risorse pari a oltre 2 miliardi".
Quale il futuro di Catania?
"Catania è un grande polo industriale per le tecnologie di potenza su silicio e, come detto, diventerà il primo sito produttivo al mondo integrato verticalmente su carburo di silicio da 200 millimetri. Un piano di sviluppo che prevede una crescita di 3 mila occupati, per quasi la metà altamente qualificati, e investimenti per oltre 5 miliardi da realizzare entro il 2037. Ci saranno ricadute positive per l'intero Sistema Paese: saranno coinvolti oltre 280 fornitori italiani attivi nella filiera dei semiconduttori, 145 aziende del Sud, di cui 135 localizzate in Sicilia".
Che peso ha nella partita lo sviluppo del settore il Chips act 2.0?
"Assolutamente decisivo. Naturalmente servono più risorse, semplificazioni e procedure accelerate per garantire che l'Europa possa competere in questo settore. Il completamento della revisione del regolamento è atteso per la metà del 2026. Occorre accelerare e con questa finalità è nata la Semicon Coalition: un gruppo informale di Paesi (Italia, Paesi Bassi, Germania, Francia, Belgio, Austria, Spagna, Finlandia e Polonia) che ha indicato alla Commissione le priorità da affrontare nella redazione del Chips Act 2.0. La dichiarazione sarà consegnata alla Commissione il 29 Settembre".