Superbonus zavorra, le entrate volano

Scritto il 27/07/2025
da Titta Ferraro

Parla il viceministro Leo. Verso la manovra priorità su taglio all’Irpef e Ires premiale

Il governo si appresta ad aprire il cantiere che porterà in autunno alla stesura della legge di bilancio 2026. Le idee dell’esecutivo appaiono già chiare sui punti focali attorno ai quali disegnare la prossima manovra, che dovrebbe intervenire con decisione a favore del ceto medio e delle imprese. Il tutto senza compromettere l’equilibrio dei conti pubblici che potrebbero vedere l’Italia scendere già quest’anno sotto la soglia del 3% di deficit e uscire quindi dalla procedura d’infrazione europea con un anno di anticipo rispetto alle previsioni indicate nel piano strutturale di bilancio.
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha delineato le possibili prossime mosse del governo in materia economica. Intervenendo a Senigallia (Ancona) al convegno ‘Spazio Made in Italy’ promosso dai gruppi parlamentari di Fratelli d'Italia, il braccio destro di Giancarlo Giorgetti ha fatto intendere che la volontà del governo è quella di mettere più risorse possibili per andare incontro al ceto medio «che si sta impoverendo, dobbiamo andargli incontro». Dopo gli interventi di riduzione delle tasse per i redditi medio-bassi, nella prossima manovra l’obiettivo si sposterà quindi verso il ceto medio, destinando le risorse per una riduzione del carico fiscale per la fascia di reddito compresa tra 28 e 60 mila euro, una platea che «prima poteva star bene ed ora ha difficoltà», ha spiegato Leo. Attualmente lo scaglione Irpef tra 28 e 50mila euro è tassato al 35% e tra le ipotesi, già sul tavolo dell’esecutivo lo scorso autunno, c’è quella di un taglio di 2 punti percentuali, estendendo tale aliquota fino a quota 60mila euro.
Al contempo, il governo intende rafforzare il sostegno alle aziende, con una revisione dell’Ires premiale, per incentivare investimenti e produttività. «Se interveniamo su questi versanti – ha aggiunto Leo – facciamo il bene del Paese, il bene dell’impresa e dei cittadini». Il sostegno al ceto medio e alle imprese dovrà convivere con la necessità di garantire stabilità ai conti pubblici. «L’amministrazione finanziaria sta lavorando bene, ma abbiamo un versante della spesa che è ancora preoccupante – ha sottolineato Leo – perché portiamo il macigno del superbonus». Nel 2025 le entrate fiscali aggiuntive dovrebbero raggiungere 13,8 miliardi di euro, ma gran parte di queste risorse è assorbita dall’aumento delle spese per 13,1 miliardi, dovuto principalmente proprio al recupero del credito d’imposta per i bonus edilizi.
Il viceministro Leo indica come centrale nell’azione dell’attuale governo la volontà di trasformare il rapporto tra fisco e contribuenti. «La nostra riforma fiscale è proprio un diverso approccio, con mano tesa ai contribuenti corretti e inflessibili nei confronti di chi fa frodi e artifici. Vogliamo lavorare ex ante e fare in modo che accertamenti e contenziosi diventino l’estrema ratio». «Abbiamo detto che dobbiamo avere un rapporto collaborativo e trasparente tra amministrazione finanziaria e contribuente – ha ricordato Leo – e questo l’abbiamo fatto su tre filoni. Il primo è quello del concordato preventivo biennale, che lo scorso anno ha portato circa 190mila contribuenti che applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale in un’area di tranquillità».
Un altro tassello della riforma del fisco riguarda il “Tax control framework”, ossia la mappatura del rischio fiscale per le imprese, attualmente rivolta a soggetti con fatturato oltre i 750 milioni di euro, ma che progressivamente sarà estesa a chi supera i 100 milioni. «Potrà essere applicato anche a chi ha meno di 100 milioni su base opzionale – ha spiegato Leo – permettendo un rapporto di grande collaborazione con l’amministrazione finanziaria».