Chi fa affari con l'odio

Scritto il 19/09/2025
da Francesco Giubilei

Nei post di attacchi al governo i rimandi costanti ad opere e show. I casi di Di Battista, Orsini, Saviano, Albanese e Jebreal Rafforzata la protezione per la premier e per i due vicepremier

È proprio vero che il business non dorme mai e c'è chi è sempre pronto a fiutare l'affare più conveniente per guadagnare e ottenere visibilità. Così, negli ultimi mesi, la Palestina e la guerra a Gaza sono diventati un tema centrale per libri, eventi, conferenze, spettacoli teatrali che, uniti all'odio verso il governo e alla destra, hanno portato nelle tasche di giornalisti, opinionisti e attivisti lauti incassi. A testimonianza del clima sempre più teso dopo l'omicidio di Charlie Kirk, ieri è stata rafforzata la scorta alla premier Giorgia Meloni e ai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani ed è stato proprio il ministro degli Esteri a invitare "tutti ad abbassare i toni". La prima a fiutare l'affare è stata Greta Thunberg che, con un'abile mossa di marketing, dopo aver compreso il tema dell'ambiente non fosse più attraente come in passato, ha abilmente virato su Gaza diventando una paladina pro Pal. Da qui, prima della dolorosa e tragicomica frattura degli ultimi giorni, l'appoggio all'iniziativa della Global Flotilla in cui si era già imbarcata nei mesi passati.

Proprio la Flotilla si è rivelata una straordinaria operazione per raccogliere fondi (utilizzati per la missione e gli aiuti ci tengono a sottolineare gli organizzatori) con ben 3.209.212 milioni raccolti in un crowdfunding promosso da un sindacato catalano. Inoltre non c'è chiarezza sui reali finanziatori delle missioni che hanno un importante costo organizzativo, logistico e materiale. Ciò che è molto chiaro sono i diritti d'autore incassati dalla relatrice Onu Francesca Albanese che, dall'inizio della guerra, si è scoperta scrittrice pubblicando ben tre libri. Il primo a fine 2023 intitolato "J'Accuse. Gli attacchi del 7 ottobre, Hamas, il terrorismo, Israele, l'Apartheid in Palestina e la guerra", poi "Quando il mondo dorme. Storie, parole e ferite della Palestina", infine questa estate la casa editrice Paper First de Il Fatto Quotidiano ha dato alle stampe il rapporto dell'Albanese intitolato "Dall'economia dell'occupazione all'economia del genocidio".

Non a caso gli affari per Paper First vanno a gonfie vele come si evince dall'ultimo bilancio in cui la casa editrice ha guadagnato 2,461 milioni di euro dalle vendite dei libri in edicola e libreria. A queste vendite vanno aggiunti gli eventi, le manifestazioni e gli spettacoli teatrali in cui, da Marco Travaglio in giù, la scuderia del Fatto Quotidiano è in prima linea. Tra i collaboratori di punta c'è Alessandro Orsini che ha però pubblicato con un altro editore il suo ultimo libro in cui si riassume perfettamente già dal titolo "Gaza Meloni. La politica estera di uno Stato satellite" come la saldatura tra l'odio verso Israele e Giorgia Meloni possa diventare fonte di auto promozione. Nel suo libro ci si chiede se: "Le democrazie occidentali sono moralmente superiori alle dittature? Giorgia Meloni ha difeso o ha affossato i palestinesi? Antonio Tajani ha protetto o ha avversato Netanyahu?". Orsini è solito soffiare sul fuoco e, a margine della festa de Il Fatto quotidiano, ha dichiarato: "Giorgia Meloni e Antonio Tajani hanno aiutato Israele a distruggere Gaza, hanno sempre lavorato per impedire che qualcuno assumesse misure punitive nei confronti di Netanyahu". Tra gli autori di Paper First c'è anche Alessandro Di Battista che promuove i propri libri e spettacoli teatrali sotto post di attacco a Giorgia Meloni in cui ha definito la premier "una vigliacca". E Andrea Scanzi chiude ieri il solito post anti Meloni con un p.s.: "Nelle prossime ore annuncerò le prime otto date della terza stagione dello Sciagura Tour" a teatro.

Chi tra articoli, interventi e pubblicazioni ha ottenuto lauti guadagni è anche Rula Jebreal che di parole d'odio se ne intende (nel 2022 attaccò Giorgia Meloni citando suo padre con una dichiarazione che fece indignare la politica bipartisan). Non a caso la Jebreal ha pubblicato in primavera un libro intitolato "Genocidio. Quello che rimane di noi nell'era neo-imperiale". Non si può dimenticare Roberto Saviano, già condannato a pagare 1000 euro di multa per i suoi insulti a Giorgia Meloni, che commentando la morte di Kirk ha scritto "risulterà per Trump esattamente come l'incendio del Reichstag fu per Hitler". Chi fa affari cavalcando l'odio è poi il sito Fanpage che a fine agosto ha pubblicato un articolo a firma di Saverio Tommasi intitolato "I fascisti non esistono, però hanno spaccato la targa in ricordo di due uomini ammazzati da un fascista", peccato che ad aver distrutto la targa fosse un immigrato marocchino.