Potrebbe essere il progetto più importante del doppio mandato del sindaco Beppe Sala (nonostante tra incertezze e stop and go è diventata una telenovela, partita sei anni fa) ma l'operazione nuovo stadio di San Siro rischia di mandare in cortocircuito la prossima campagna elettorale del centrosinistra, se davvero decollerà il campo largo anche a Milano. Il Movimento 5 Stelle è già partito all'attacco sul dossier votato dalla giunta comunale due giorni fa e atteso in aula il 25 settembre. Intanto, il capogruppo regionale N5S Nicola Di Marco e l'eurodeputato Gaetano Pedullà contestano che sia "un testo blindato, frutto di un accordo fra il Comune e due multinazionali straniere, che il Consiglio dovrà votare con la logica del prendere o lasciare, senza la possibilità di presentare modifiche. È evidente che, a queste condizioni, l'unica grande sconfitta sarà Milano con i suoi cittadini". Un progetto che "avrà conseguenze tanto importanti e impattanti" e "il quadro che continua a delinearsi è pericoloso, resta il rischio di un nuovo sacco edilizio, sarà un luna park per i palazzinari". Non ci va piano la senatrice milanese M5S Elena Sironi: "Possibile che il sindaco di una grande città come Milano si sia fatto mettere nel sacco dai grandi fondi di investimento proprietari dei club? Una vendita tanto opaca che gli stessi acquirenti pretendono l'inserimento di una clausola come scudo penale". Sala non si potrà ripresentare alla prossima tornata ma sfida il Pd con cui i grillini contano di allearsi sotto la Madonnina: "Vedremo come reagiranno le forze politiche costrette a votare praticamente al buio. Avranno i consiglieri quel che manca al sindaco?". Se lo domanda da mesi Forza Italia come potrebbe convivere Azione in una giunta con i grillini - il segretario nazionale di Fi Antonio Tajani ha già aperto le porte ad un'alleanza sul prossimo candidato sindaco del centrodestra -, su San Siro la posizione del partito di Calenda è nettamente opposta e ieri è stata chiarita dalla deputata Giulia Pastorella e Daniele Nahum, consiglieri comunali, e dal segretario milanese di Azione Francesco Ascioti: dopo il sì della giunta "ora il Consiglio completi il lavoro per garantire che la città abbia lo stadio che merita. Una nuova struttura è fondamentale per fare in modo che Milano possa competere al pari delle altri grandi città europee, che si stanno dotando di impianti straordinariamente funzionali e moderni. Proseguiremo la nostra attività per garantire anche la necessaria riqualificazione del quartiere".
Sul dossier San Siro è fissata oggi una Commissione fiume on line di tre ore ma già ieri ha occupato almeno due ore di dibattito in Consiglio, con polemiche (soprattutto) dai contrari della maggioranza. "Pensavo di aver visto tante cose nella mia vita politica ma questo è il punto più basso - attacca il verde Carlo Monguzzi -. I consiglieri devono votare senza emendare e lo scudo penale per i fondi speculativi ha fatto inorridire tutti i legali che ho sentito. Daremo battaglia e ricorreremo su tutto". É pronta una pioggia di ricorsi. Il Comitato Sì Meazza presieduto da Luigi Corbani aspetta la pubblicazione ufficiale sull'Albo pretorio per integrare quelli già depositati al Tar, alla Corte dei Conti e in tribunale. E sabato i comitati salva-Meazza sfileranno da La Maura a San Siro. Il capogruppo dei Verdi Tommaso Gorini invita i colleghi a "battere un colpo, siamo noi a decidere se un testo è emendabile o no".
Dai banchi del centrodestra, i leghisti Samuele Piscina e Silvia Sardone ribadiscono che la delibera approvata dalla giunta "lascia più dubbi che certezze. Non è chiaro quale sarà realmente il progetto finale e soprattutto non vediamo alcuna compensazione seria per i cittadini e i quartieri limitrofi. É poi imbarazzante il teatrino in maggioranza con l'assessora Grandi dei Verdi che non vota la delibera più importante di questi 5 anni. Ci chiediamo perché non si dimetta".