Sì alla riforma tra rissa e minacce. E l'opposizione occupa la Camera

Scritto il 19/09/2025
da Pasquale Napolitano

Via libera con 243 sì. Bufera in Aula, Barelli viene quasi alle mani con un 5s e la sinistra protesta su Gaza. La premier: "Lavoriamo a un sistema giudiziario efficiente"

Il governo mette il sigillo sulla separazione delle carriere dei magistrati con l'opposizione che occupa l'Aula su Gaza.

La Camera approva in terza lettura la riforma, che ora passa al Senato per l'ok definitivo. L'ultimo ostacolo resta il referendum abrogativo: voto atteso in primavera quando la maggioranza di centrodestra giocherà, forse, la sua partita più importante della legislatura. L'Aula dà il via libera al testo a maggioranza assoluta dei componenti, come imposto dal procedimento di revisione della Carta, con 243 sì e 109 no. Il partito Azione vota con la maggioranza, si sfila dal fronte pro separazione Matteo Renzi che invece si astiene. La tensione tra i banchi di Montecitorio non si esaurisce con l'ok al provvedimento. Anzi, dopo il voto, l'Aula si incendia: il capogruppo Fi Paolo Barelli che per non poco non viene alle mani con il parlamentare grillino Leonardo Donno (già protagonista di altre risse in Aula). I deputati grillini assediano l'emiciclo mentre Elly Schlein fa fatica a tenere a bada i suoi parlamentari.

Il vicepremier Antonio Tajani denuncia: "Sono venuti a minacciarmi in Aula, ma non mi faccio intimidire da nessuno. Io non ho applaudito, non ho detto nulla all'ok definitivo della Camera alla riforma della giustizia. Sono solo andato a dare una pacca sulla spalla a Nordio, ma non ho mai applaudito. Di certo non sono andato a minacciare nessuno come invece hanno fatto altri, deputati del Pd e dei 5 Stelle che sono venuti sotto i banchi del governo... Non è che mi faccio intimidire da 10 deputati 5 stelle. C'era anche un ex ministro...".

Si aspetta, dunque, il Var del presidente Lorenzo Fontana per stabilire chi tra Barelli e Donno ha provocato. Intanto, resta il risultato politico. Nordio festeggia con foto (con Sisto e Siracusano) e lo spritz alla buvette della Camera. Poi sul passaggio in Aula non nasconde la soddisfazione: "Siamo di fronte a una vittoria che non deve essere vissuta, lo ripeto per l'ennesima volta, come una sconfitta della magistratura e tantomeno come una forma di tentata umiliazione della magistratura, alla quale mi sento ancora di appartenere", ribadisce il ministro. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni rivendica il traguardo: "Con l'approvazione in terza lettura alla Camera dei Deputati, portiamo avanti il percorso della riforma della giustizia. Continueremo a lavorare per dare all'Italia e agli italiani un sistema giudiziario sempre più efficiente e trasparente. In attesa dell'ultimo ok da parte del Senato, avanti con determinazione per consegnare alla nazione una riforma storica e attesa da anni". Tajani è commosso: "Berlusconi sarà felice". Esulta anche il vicepremier leghista Matteo Salvini: "È un provvedimento nell'interesse di tutti i cittadini, un punto fondamentale del programma del centrodestra e una battaglia storica della Lega. Per una giustizia più giusta, efficiente, trasparente. Promessa mantenuta: avanti tutta".

"Non la farete dicevano i sinistrati. Invece, li abbiamo smentiti per l'ennesima volta. La riforma della giustizia è realtà e per me è un grande onore aver guidato il gruppo alla Camera di Fratelli d'Italia in questo passaggio storico per il futuro della nostra nazione", commenta il capogruppo Fdi Galeazzo Bignami. Anm e Pd però sono già sul piede di guerra. Elly Schlein attacca: "È solo propaganda pensata per nascondere l'incapacità di fare e per cercare un capro espiatorio". Ma a sinistra c'è chi festeggia: "Atto di civiltà giuridica" commenta Enzo Maraio del nuovo Psi.

L'associazione dei magistrati invece denuncia: "Questa riforma toglie diritti ai cittadini, non danneggia i singoli magistrati ma mette a rischio l'equilibrio fra i poteri".