Niente, è impossibile: finché la Francia continuerà a fare la Francia, scordiamoci di fare dell’Europa un’unione politica ed economica in grado di confrontarsi alla pari con i giganti del mondo. Macron, degno erede di quasi tutti i suoi predecessori, da buon Pierino personaggio immaginario della cultura umoristica popolare italiana - ne ha fatta un’altra delle sue, annunciando a sorpresa che la Francia già da settembre riconoscerà lo Stato di Palestina, inteso come quello attuale guidato dai terroristi tagliagole di Hamas, che per questo lo hanno calorosamente ringraziato. Attenzione a non cadere in un pericoloso equivoco: praticamente tutti i Paesi del mondo libero sostengono la formula dei «due popoli e due Stati», cioè del diritto dei palestinesi ad avere un loro territorio auto amministrato che entri a tutti gli effetti e con tutti i diritti nella comunità internazionale. Quello che tutti i Paesi, ora ad eccezione della Francia, non possono permettere è che ci sia uno Stato di Palestina - tipo quello attuale che non riconosca il diritto ad esistere di Israele e che abbia come primo e unico obiettivo la sua cancellazione. Macron, insomma, rompe uno dei capisaldi della comunità civile: qualcuno nel mondo può avere il diritto di distruggere qualcun altro. Perché lo faccia è difficile dirlo, se non appellandosi alla mai sopita grandeur - termine usato per riferirsi all'idea di una Francia potente -, aggravata dal narcisismo del suo attuale presidente, noto per il suo senso di orgoglio eccessivo al pari della sua ambizione personale di potere. La questione non è se e quanto Netanyahu stia trascinando Israele fuori dalla comunità internazionale e se questo debba rimanere senza conseguenze. No, la questione è che la risposta di un Paese europeo non può essere quella di riconoscere alcuno status a un territorio governato e presidiato da Hamas, certamente non fino a quando Hamas non deporrà le armi, libererà ciò che resta degli ostaggi e ammetterà il diritto ad esistere di Israele. E comunque, lo ripeto, nessuno Stato europeo dovrebbe prendere una decisione di tale portata all’insaputa dei suoi soci, pena la dissoluzione di quel poco che esiste di Unione.