Sono lontani i tempi in cui Donald Trump andava ospite al "Late Night Show" di David Letterman (la rete era Nbc). Erano i tardi anni '80 e quelle apparizioni (se ne trova traccia su YouTube) erano al tempo stesso un attestato del ruolo di "celebrity" dell'allora tycoon e un trampolino per future imprese. Oggi, il Donald Trump presidente ha dichiarato guerra ai talk show televisivi. Soprattutto, ai loro conduttori. Ultima vittima della crociata trumpiana contro i "media fake news" è Jimmy Kimmel, star del "Late Night" della Abc, sospeso a "tempo indefinito", dopo che i suoi commenti sulla morte di Charlie Kirk avevano sollevato un vespaio di polemiche nell'universo conservatore. "Abbiamo toccato nuovi minimi durante il fine settimana, con la banda Maga che cerca disperatamente di caratterizzare questo ragazzo che ha assassinato Charlie Kirk come qualcosa di diverso da uno di loro, e fa di tutto per trarne vantaggio politico", aveva detto il conduttore nel suo monologo di apertura lunedì sera. Troppo, nel clima pesante che si respira in America dopo l'uccisione dell'attivista conservatore. E troppo alla luce di quanto è emerso sull'assassino di Kirk, il 22enne Tyler Robinson che, secondo il racconto della famiglia, "negli ultimi anni si era radicalizzato politicamente a sinistra".
L'improvvisa decisione dell'emittente, di proprietà della Walt Disney Company, è arrivata poche ore dopo che il presidente dell'ente regolatore americano, la Federal Communications Commission (Fcc), Brendan Carr, aveva attaccato Kimmel e lasciato intendere che avrebbe preso provvedimenti contro la Abc, che già lo scorso anno era stata presa di mira da Trump con una querela, accettando di pagare 16 milioni di dollari. La decisione di sospendere lo show di Kimmel, prima che il presentatore andasse in onda mercoledì sera per ribattere alle accuse che gli erano state mosse, sarebbe stata presa personalmente dal boss di Disney, l'ad Robert Iger, e da Dana Walden, la capa delle operazioni televisive. "Una grande notizia per l'America", ha commentato Trump in un post su Truth, mentre era in visita di Stato nel Regno Unito, ospite di re Carlo al castello di Windsor.
Abc, che fornisce i suoi programmi a una miriade di reti locali che costituiscono il suo network, non ha motivato la decisione di licenziare Kimmel. Ma un indizio decisivo viene dalla mega acquisizione da 6,2 miliardi di dollari che Nexstar, azienda proprietaria di molte stazioni affiliate, sta portando a termine nei confronti di una società rivale. Un'operazione che dovrà essere approvata dalla Fcc. Dai Democratici si è sollevato un coro di critiche. Su tutti, Barack Obama, che ha parlato di "coercizione governativa". "Kimmel è stato licenziato per mancanza di talento e di ascolti", ha replicato Trump dall'Inghilterra. Gli stessi argomenti usati dopo che la Cbs aveva cancellato dal palinsesto "per ragioni finanziarie" il "Late Night Show" di Stephen Colbert, altro conduttore critico con Trump. L'emittente aveva anche accettato di pagare 16 milioni di dollari dopo un'altra causa intentata dal tycoon. Pochi giorni dopo era arrivata l'approvazione da parte della Fcc di un'operazione di fusione che riguardava la Paramount, proprietaria della rete.