StM, zavorra svalutazioni. Il titolo sprofonda in Borsa

Scritto il 25/07/2025
da Camilla Conti

Nei primi sei mesi una perdita operativa di 133 milioni. Pesano le immatricolazioni auto in Ue: -7,3% a giugno

È tinta di rosso la trimestrale di StM che ha chiuso il periodo aprile-giugno con ricavi netti in calo del 14,4% a 2,77 miliardi di dollari (2,35 miliardi di euro) e una perdita netta di 97 milioni (82,37 milioni di euro), a fronte di un utile netto di 353 milioni nel secondo trimestre dell'anno scorso. Un risultato assai peggiore delle attese degli analisti che si aspettavano un utile di 80 milioni. La perdita operativa è stata di 133 milioni di dollari e include 190 milioni di dollari di oneri di svalutazione, costi di ristrutturazione e "altri costi di dismissione correlati", spiega la società in una nota. Rispetto all'anno prima il margine lordo ha perso 660 punti base scendendo al 33,5%. La reazione della Borsa ai conti del trimestre è stata pesante: il titolo del gruppo dei chip italofrancese ha archiviato la seduta di ieri in Piazza Affari con un calo del 16,6% a 22,4 euro. Nell'ultimo anno le azioni hanno lasciato sul terreno quasi il 40%.

Nell'intero primo semestre i ricavi sono stati pari a 5,58 miliardi di dollari, con una perdita operativa di 130 milioni di dollari (di cui 198 milioni di oneri straordinari di cui sopra), e perdita netta di 41 milioni di dollari. I ricavi dell'industrial sono scesi dell'8% e quelli dell'area dell'elettronica di consumo di circa il 5%, ma rispetto all'anno prima il settore auto è quello che ha sofferto di più con un declino del 24 per cento. E a proposito di quattro ruote, proprio ieri l'Acea (l'associazione europea dei costruttori di automobili) ha diffuso i dati sulle immatricolazioni di nuove auto nell'Unione Europea che sono diminuite dell'1,9% a 5,58 milioni di unità nella prima metà del 2025, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A giugno il calo su base annua è stato del 7,3% e la quota di mercato delle auto elettriche a batteria nel primo semestre del 2025 si è attestata al 15,6%, ancora lontana dai livelli necessari in questa fase di transizione.

Tornando a StM, per il terzo trimestre il gruppo italofrancese dei chip (partecipata al 27,5%, con quote paritetiche, dai governi dei due Paesi) si aspetta "come valori intermedi, ricavi netti di 3,17 miliardi di dollari, corrispondenti ad una flessione anno su anno del 2,5% e a una crescita del 14,6% rispetto al trimestre precedente. Per l'intero esercizio - ha assicurato il Ceo Jean-Marc Chery - l'obiettivo è di "mantenere gli investimenti tra i 2 e i 2,3 miliardi di dollari", spese che - ha specificato - saranno assorbite principalmente dall'attuazione del programma di ridisegno della base produttiva, volto a recuperare efficienza per affrontare il contesto di mercato incerto. È stata soprattutto la guidance del primo trimestre a deludere gli analisti, sia a livello di ricavi che di margine lordo.

Nelle poche indicazioni che sono state fornite per il futuro non è, inoltre, compreso l'impatto dei dazi. Chery ha confermato che il gruppo sta portando avanti il piano per conseguire risparmi di costi su base annua a fine 2027 "stimati, in milioni di dollari, nella fascia superiore di una forchetta a tre cifre". Mentre solo per quest'anno punta a mantenere il piano di capex netti tra 2 e 2,3 miliardi, "principalmente per attuare la riorganizzazione della nostra presenza produttiva".

Resta aperto, intanto, il rilancio industriale in Italia. Il Mimit, su indicazione del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, d'intesa con il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha convocato per il pomeriggio di lunedì 28 luglio il tavolo plenario sul gruppo. L'incontro vedrà la partecipazione dell'azienda, delle forze sindacali e dei rappresentanti delle Regioni Sicilia e Lombardia e degli enti locali coinvolti.