Webuild cresce a doppia cifra nel semestre, prosegue nel suo intento di raggiungere un rating investment grade (giudizio di affidabilità finanziaria), e punta dritto verso nuove opportunità. Tra queste, gli sviluppi infrastrutturali in Germania e Ucraina, come ulteriori mercati di sbocco in un contesto di ricavi generato per oltre il 65% al di fuori dell’Italia: il 29% in Australia, il 13% in Medio Oriente e l’8% in Nord America.
Battendo le attese degli analisti la società ha archiviato un semestre con ricavi a 6,7 miliardi, con un miglioramento del 22%, a dimostrazione della «resilienza del nostro modello di business, nonostante le sfide macroeconomiche », ha commentato l’amministratore delegato Pietro Salini ( in
foto ).
L’ utile netto è balzato a 132 milioni, in crescita del 61%, il margine operativo lordo ha raggiunto i 564 milioni (+38%). Significativo anche il balzo degli investimenti a 454 milioni per alimentare la crescita e la generazione di cassa. I risultati
consentono a Webuild di confermare gli obiettivi per l’intero anno con ricavi superiori a 12,5 miliardi ed il margine operativo lordo maggiore di 1,1 miliardi. «L’ebitda e l’ebit hanno entrambi raggiunto nuovi record. Alla fine del primo semestre, di solito raggiungiamo circa il 45% dei ricavi annuali. Per l’ebitda, normalmente si colloca tra il 35% e il 45%. Quest’anno, tuttavia, sia per i ricavi che per l’ebitda, abbiamo superato il 50% dell’obiettivo annuale. Siamo in anticipo rispetto agli obiettivi che avevamo rivisto al rialzo pochi mesi fa», ha spiegato il dg Massimo Ferrari.
Gli ordini acquisiti dal gruppo da inizio anno ammontano a 6,5 miliardi, raggiungendo oltre il 50% del target per l’anno, di cui oltre il 95% è stato acquisito in geografie chiave con basso profilo di rischio. Sono compresi 1,8 miliardi di gare in cui Webuild è risultata come miglior offerente. Il portafoglio ordini supera i 58 miliardi, garantendo «ampia visibilità sui ricavi futuri e rappresentando una base solida per il prossimo piano industriale».
«Considerando che il nostro settore tende a concentrare i risultati nella seconda metà dell’anno, siamo ben avanti rispetto alla tabella di marcia per raggiungere gli obiettivi del 2025», ha sottolineato Salini.
I conti sono stati l’occasione anche per affrontare il tema del Ponte sullo Stretto. Salini, agli analisti finanziari che gli chiedevano del progetto, ha ricordato che il gruppo ha deciso di non inserirlo «nei nostri numeri anche se siamo vicini alle ultime fasi procedurali per l’approvazione del progetto come il passaggio del Cipess che è previsto nei prossimi giorni ». Secondo Equita, il set di risultati è superiore alle attese e il momentum sugli investimenti infrastrutturali rimane solido con Webuild ben posizionata a livello geografico per beneficiarne.