Anticipo pensionistico a 64 anni, il ruolo del Tfr: ecco le novità

Scritto il 18/09/2025
da Valentina Menassi

Liquidazione aziendale come sostegno per uscire prima dal lavoro. La Cgil quantifica gli importi da raggiungere entro il 2030

La proposta del governo di consentire il pensionamento a 64 anni utilizzando il Trattamento di fine rapporto (Tfr) come rendita integrativa incontra rilievi di natura tecnica. Secondo le simulazioni elaborate dall’Ufficio previdenza nazionale della Cgil, il principale ostacolo riguarda l’innalzamento dell’importo soglia richiesto per l’accesso all’anticipo pensionistico. Ecco cosa c'è da sapere.

Le riforme del passato

Con la riforma Dini del 1995 era possibile uscire dal lavoro a 57 anni con almeno 5 anni di contributi e un assegno pari a 1,2 volte quello sociale. La riforma Fornero del 2011 ha portato l’età a 64 anni, i contributi minimi a 20 e l’importo soglia a 2,8 volte l’assegno sociale. Dal 2024 il coefficiente è salito a 3 volte, pari a circa 1.603 euro mensili, con riduzioni solo per le madri.
Nel 2025 la soglia standard raggiunge 1.616,07 euro (+23% rispetto al 2022), e nel 2030 si attesterà a 1.811,78 euro (+38%). Per raggiungere questi livelli, la Cgil calcola che l’incremento richiesto tra il 2022 e il 2030 implichi un montante contributivo aggiuntivo di oltre 128 mila euro, equivalente a circa 389 mila euro di retribuzione lorda.

L'analisi tecnica

L’analisi tecnica elaborata dal sindacato mostra inoltre che, a fronte di 40 anni di lavoro con una retribuzione annua di 8 mila euro, la pensione stimata si ferma a 505 euro mensili; con 20 mila euro si arriva a 1.263 euro; mentre con la retribuzione media del settore privato (23.700 euro annui) il valore stimato è 1.496 euro, inferiore alla soglia fissata per il 2030.

La soluzione per le madri

Per le madri, la Legge di bilancio 2024 ha introdotto soglie ridotte: 2,8 volte l’assegno sociale (1.508,30 euro nel 2025) per chi ha un figlio, e 2,6 volte (1.400,57 euro) per chi ne ha due o più. La riduzione sarà applicata anche agli anni successivi, con limiti più bassi rispetto alla soglia ordinaria.

Il Tfr come integrazione

Secondo le elaborazioni dell’Ufficio previdenza della Cgil, l’integrazione del Tfr incide solo in parte sul raggiungimento delle soglie previste. Con 25 anni di lavoro e una retribuzione annua di 20 mila euro, il montante stimato è pari a 186.405 euro; sommando il Tfr maturato (21.587 euro) si arriva a 207.992 euro, a fronte dei 412.911 richiesti nel 2025. I calcoli evidenziano che il pieno soddisfacimento dei requisiti è associato a percorsi lavorativi più lunghi e retribuzioni più elevate.