Stiamo freschi

Scritto il 26/07/2025
da Luigi Mascheroni

Ormai, cosa vuoi, si parla solo di caldo. Il cambiamento sarà anche climatico ma le conversazioni restano le stesse. Però bisogna fare un po’ d’ordine. Quelli con le lettere dalla A alla L vadano avanti a parlare di «clima» per sostenere l’ipotesi catastrofista, mentre quelli dalla M alla Z usino «tempo» così da rafforzare l’opzione negazionista.
Ma intanto, sperando si trovi un accordo prima che finisca l’estate, a noi, da giornalisti, continua a incuriosire la narrazione (sinonimo: invenzione) dell’allarme temperature. Mentre qui al Nord, nel luglio più fresco di tutta la storia dei mesi di luglio, il tg annuncia un brusco calo delle temperature per l’arrivo di un fronte di aria fredda dal nord Europa, noi fatichiamo a distinguere l’informazione dalla propaganda. L’altro ieri la mappa del caldo torrido a Milano segnalava 76 gradi sugli scivoli al Corvetto e 62 sulle panchine di viale Argonne.
Mentre ieri il sito lanuovaecologia.it registrava in città picchi di 85° (ma forse erano Fahrenheit, cioè 29,4 Celsius...).
Bene. Siamo andati in giro a verificare, ma a parte sui pannelli fotovoltaici in zona City Life, non siamo riusciti a trovare conferma di quei valori. Sono bastati due temporali e l’allarme caldo-infernale è evaporato. In compenso però perché senza allarmi non si può vivere - ci siamo imbattuti nella notizia di nuovi casi di positività al virus della zanzara-killer «West Nile» nel Lazio. Causa della diffusione della quale è il caldo ma anche l’allargamento delle paludi dell’Agro pontino.
E speriamo che il governo non vari nuove bonifiche. Perché dall’allarme-caldo si tornerebbe ancora una volta, e dio non voglia, a quello fascista.