Jury Chechi: "Bonicelli? Il nuovo codice dei punteggi spinge gli atleti all’estremo"

Scritto il 26/07/2025
da Sergio Arcobelli

Il re di Atlanta ’96, Jury Chechi, solidale col collega ma critica i regolamenti di oggi: "Tanto non mi ascoltano"

Jury Chechi ha fatto collezione di infortuni e di medaglie, cadendo e rialzandosi sempre. L’indimenticato re degli anelli ai Giochi americani di Atlanta '96 dopo essersi rotto il tendine d’Achille, è ancora scosso e con voce delicata, come queste ore di ansia per Lorenzo Bonicelli, sta rivivendo un altro dramma avvenuto nel 1986: «Purtroppo ho già vissuto un'esperienza del genere, con un mio caro amico che ha avuto lo stesso incidente ed è rimasto tetraplegico per sempre. Sono molto sensibile a questa situazione. Ho saputo che Lorenzo è grave, ma dopo la caduta aveva ancora la sensibilità agli arti superiori. È un segnale importante ». Il Signore degli Anelli si aggrappa come tutti a questa speranza.

Jury, conosce Lorenzo?

«Non personalmente, però seguo ovviamente sempre con grande passione le gare e gli atleti a distanza. Quindi sì, sapevo chi è, che cosa ha fatto, anche i miglioramenti di questo ragazzo che è un ginnasta di ottimo livello. Era una delle due riserve agli ultimi Giochi Olimpici di Parigi. Sta facendo molto bene».

Anche nei momenti di difficoltà e dopo gli infortuni, Lorenzo ha sempre mostrato uno spirito combattivo.

«Sì, avrebbe anche partecipato agli ultimi Europei, ma li aveva saltati per un problema alla spalla e per questo era stato deciso di fargli fare le Universiadi. Ho saputo che il suo motto personale è “Combatti fino alla fine”. Ora più che mai».

Le è mai capitato di avere una caduta particolarmente drammatica agli anelli?

«No, non così drammatica, però ci sono andato vicino

diverse volte, ma non così drammatica per fortuna. Sono cose che possono capitare nello sport e nella vita in generale».

Jury, diceva di un precedente che riguarda un suo caro amico.

«Sì, purtroppo ho un ricordo amaro di un altro atleta (Federico Chiarugi, ndr ), mio compagno di allenamenti e coetaneo, un amico di tanti anni fa che ebbe lo stesso incidente e si ruppe la quinta e sesta cervicale. Ha avuto comunque una vita dignitosa. Si è laureato, ci seguiva negli allenamenti e nelle gare, poi a 40 anni purtroppo ha avuto un arresto cardiaco e ci ha lasciati ».

Gli anelli sono un attrezzo

pericoloso?

«No, sono pericolose le uscite dagli attrezzi in cui salti da più di 3 metri come possono essere ad esempio la sbarra o gli anelli. Quella di Lorenzo è certamente una fatalità, però devo dire che il nuovo codice dei punteggi spinge gli atleti all’estremo. Il sistema non va bene».

In che senso?

«I ginnasti di adesso cercano uscite difficili come il triplo salto agli anelli, che mettono a rischio gli atleti. L’ho provata anch’io, la facevo anch’io, ma vi assicuro che era molto difficile. Non sono d’accordo per niente con il nuovo regolamento, ma tanto non mi ascoltano. Sono fuori dal mondo federale».

Da atleta, cosa può essere accaduto a Lorenzo?

«Sono convinto che lui non abbia azzardato niente di particolare. Io non so che cosa sia successo, se sia stato un errore tecnico o qualcos’altro, però sono convinto che Lorenzo avesse nelle sue corde l'uscita per finire bene

l’esercizio. Purtroppo sono delle fatalità che quando si eseguono esercizi così complicati, sfortunatamente in casi estremamente rari, possono accadere. Purtroppo è successo a Lorenzo».

Lorenzo è considerato uno dei prospetti più interessanti nel panorama italiano verso Los Angeles...

«Adesso l'unica cosa su cui dobbiamo concentrarci è sulla ripresa di Lorenzo e sperare che non sia un trauma così definitivo, questa è la cosa più importante. Il resto, l'attività sportiva, il recupero, è certamente una cosa secondaria. È un ragazzo in gamba e di quelli più bravi, altrimenti non arrivi a quei livelli. Sono consapevole che appena ci sarà la possibilità di recuperare, di rimettersi a posto, lo farà. Però adesso dobbiamo aspettare soltanto buone notizie. Ci auguriamo tutti che recuperi, perché sarebbe una cosa troppo ingiusta».