Scontro frontale tra il Campidoglio e la Lega. Il Comune di Roma – lo stesso che ha sostenuto politicamente e finanziariamente la “Piazza per l’Europa” di sinistra – ha chiesto di rimuovere i manifesti affissi nella Capitale relativi al decreto Sicurezza. “Si tratta di un evidente caso di bavaglio comunista, un attentato alla democrazia, un atto di arroganza, uno sfregio alla libertà di opinione, un attacco a chi lavora e ha pagato le affissioni” la rabbia del Carroccio, che si dice pronto a contestare in tutte le sedi, comprese quelle istituzionali.
Il Comune di Roma ha inviato una richiesta urgente per rimuovere i manifesti segnalati da alcuni cittadini. Uno recita “Scippi in metro? Ora finisci in galera senza scuse” e vede uno scippatore rappresentato da una persona di etnia rom scortata da un agente di polizia all’interno di un vagone della metropolitana. Un secondo, invece, recita "Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore" e vede gli occupanti individuati in una persona di colore, una di etnia rom e una persona “alternativa”. Per il Campidoglio “si rappresenta che l’art. 12-bis del Regolamento in materia di pubblicità, di cui alla n. 141/2020, dispone quanto di seguito: È vietata l'esposizione pubblicitaria il cui contenuto contenga stereotipi e disparità di genere, veicoli messaggi sessisti, violenti o rappresenti la mercificazione del corpo femminile. È altresì vietata l'esposizione pubblicitaria il cui contenuto sia lesivo del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso, dell'appartenenza etnica, dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere, delle abilità fisiche e psichiche. È altresì vietata l'esposizione pubblicitaria il cui contenuto promuova il gioco d'azzardo”.
“Faremo di tutto per non farci imbavagliare” il monito della Lega al sindaco Gualtieri: “Il Campidoglio, anziché preoccuparsi dei manifesti della Lega, dovrebbe dirottare le energie per risolvere i problemi delle periferie o bloccare i malviventi che scippano nelle metro. Oppure il Comune di Roma pensa davvero sia urgente sguinzagliare la Polizia Locale per dare la caccia ai manifesti della Lega?". Il clima è rovente. “Si tratta di censura” il j’accuse del segretario regionale del Lazio della Lega Davide Bordoni. Intervistato dall’Adnkronos, l’esponente del Carroccio ha spiegato: “I nostri consiglieri comunali presenteranno un'interrogazione e abbiamo dato mandato agli avvocati per un eventuale risarcimento dei danni”.
Non è tardata ad arrivare la replica del Campidoglio. "In riferimento alla rimozione dei manifesti affissi dalla Lega, è bene precisare che si tratta di un atto adottato autonomamente dagli uffici competenti, a seguito di esposti pervenuti da cittadini, in conformità con l'art. 12-bis del Regolamento in materia di pubblicità, di cui alla n. 141/2020 che vieta esposizioni pubblicitarie il cui contenuto contenga stereotipi legati all'appartenenza etnica. Non si tratta dunque di censura, ma dell'applicazione puntuale delle norme vigenti" si legge in una nota: "Resta ovviamente possibile presentare formale ricorso contro la decisione o proseguire la campagna pubblicitaria, modificando i contenuti in modo da renderli conformi al Regolamento".