"Ha trasformato un jet in drone": come funziona e cosa può fare il J-6 fighter cinese

Scritto il 19/09/2025
da Federico Giuliani

La Cina ha presentato al Changchun Air Show un vecchio caccia J-6 riconvertito in drone, impiegato per addestramento e possibili tattiche di attacco a sciame

Un aereo convertito in drone. In occasione del Changchun Air Show, la Cina ha esposto per la prima volta al pubblico un caccia dell'era della Guerra Fredda, il J-6, trasformato in velivolo senza pilota. "È stato modificato sulla base del caccia J-6, con la rimozione dei sistemi d'arma a cannone, dei serbatoi di carburante esterni e dei seggiolini eiettabili", hanno affermato fonti cinesi. "È dotato di un sistema di controllo automatico del volo e di un pilota automatico, piloni alari aggiuntivi e un sistema di navigazione che segue il terreno", hanno aggiunto i media del Dragone. Ecco che cosa sappiamo di questa particolare vicenda.

Il drone J-6 della Cina

Secondo quanto riportato dal portale Defence Blog, la versione aggiornata del drone J-6 avrebbe completato il suo primo volo senza pilota nel 1995. Da allora, il velivolo è stato utilizzato in diversi ruoli, tra cui come bersaglio di addestramento e come piattaforma per la simulazione di minacce. Il J-6, una versione cinese del MiG-19 sovietico, un tempo era la spina dorsale dell'Aeronautica Militare dell'Esercito Popolare di Liberazione (PLAAF). Decenni dopo il suo ritiro dal servizio di prima linea, Pechino sembra adesso voler riutilizzare il velivolo per operazioni senza pilota.

Stando ai dettagli diffusi durante la mostra, il drone J-6 può operare sia come aereo d'attacco che come bersaglio di addestramento, supportando sia esercitazioni simulate che esercitazioni di fuoco reale. Pare inoltre che venga utilizzato per addestrare piloti di caccia e forze di terra che gestiscono artiglieria di difesa aerea, sistemi missilistici a guida radar e sensori di tracciamento.

In ogni caso, la Cina detiene un'ampia riserva di caccia J-6 in condizioni di volo. La decisione di convertirli in piattaforme senza pilota potrebbe servire a due scopi: preparare gli equipaggi della difesa aerea attraverso un addestramento realistico e sopraffare le difese aeree nemiche con esche a basso costo e sacrificabili.

Perché Pechino punta sui velivoli senza pilota

La Cina ha sviluppato programmi di droni avanzati, come il GJ-11 e il WZ-8. Eppure la riconversione di vecchi caccia con equipaggio suggerisce un approccio a più livelli alle future operazioni aeree. L'adattamento di sistemi legacy ai droni non è tuttavia un'esclusiva di Pechino. L'Aeronautica Militare statunitense impiega da tempo velivoli QF-16 e QF-4 come droni bersaglio, consentendo scenari realistici per testare armi e addestrare gli operatori.

La presenza del drone J-6 all'air show alimenta le crescenti speculazioni secondo cui la Cina potrebbe preparare tattiche di droni di massa, progettate per sopraffare i sistemi di difesa aerea nemici durante un futuro conflitto.

Nel frattempo il gigante asiatico sta lavorando per realizzare un sistema potenzialmente rivoluzionario che consentirebbe ai suoi aerei di rilevare bersagli terrestri in movimento con elevata chiarezza pur mantenendo il completo silenzio radio. Un team della University of Electronic Science and Technology of China guidato da Li Zhongyu ha utilizzato due aerei Cessna 208 in formazione, uno dei quali trasmetteva attivamente segnali radar e l'altro riceveva passivamente echi, per testare il loro "metodo di cancellazione del clutter a due canali con disaccoppiamento spazio-tempo".