Cosa è accaduto nei giorni della strage di Altavilla Milicia, culminata l’11 febbraio 2024 con la scoperta di tre omicidi? È quello che si cerca di stabilire nel processo in cui sono imputati tre adulti, mentre l’unica minore all’epoca dei fatti è già stata condannata a 12 anni e 8 mesi di reclusione.
Le vittime si chiamavano Antonella Salamone, Kevin ed Emmauel Barreca, ed erano madre e figli, l’ultimo di soli 5 anni. Sarebbero stati uccisi durante un presunto esorcismo nella loro villetta ad Altavilla Milicia, nei pressi di Palermo. Imputato per la strage è Giovanni Barreca, rispettivamente marito e padre delle vittime, oltre a una coppia composta da Sabrina Fina e Massimo Carandente, che nelle chat dei ragazzi, Kevin e la sorella condannata, vengono chiamati “fratelli di Dio”.
Come riporta Open, negli atti del processo si legge che Fina avrebbe inviato a Carandente, in data 3 febbraio, il seguente messaggio: “A morte!”. Poi la mattanza, che ha portato all’omicidio di Antonella Salamone, il cui corpo fu poi bruciato in giardino, alle torture e alla morte del piccolo Emmanuel, all’incaprettamènto di Kevin che aveva cercato di fuggire.
Il 7 febbraio Salamone avrebbe cercato di salvarsi chiamando al 112 e urlando: “Aiuto, carabinieri, aiuto”. La telefonata sarebbe stata interrotta all’improvviso, ma i militari avrebbero cercato, senza successo, di ricontattarla: alla fine avrebbero creduto si trattasse di uno scherzo.
Nei giorni della mattanza, intanto, Carandente avrebbe aggiornato gli status di Facebook e inviato a un gruppo di sodali alcuni messaggi via Messenger, in cui avrebbe parlato di una “legione di demoni”, e del fatto che Salamone sarebbe andata all’inferno “perché non ha creduto”, mentre Emmanuel sarebbe stato in paradiso: “Il Signore è pronto a fare il miracolo e a resuscitare il bambino Emmanuel”.
Il quadro presunto è quello di una manipolazione settaria, ma il fatto che esistano delle chat, e quindi degli utenti che non hanno denunciato ciò che stava accadendo, potrebbe in futuro ampliare il quadro delle responsabilità o quanto meno delle indagini.
Per quanto riguarda Barreca, benché per un periodo la procura avesse disposto per lui un trasferimento dalla custodia cautelare in carcere a una struttura psichiatrica, l’uomo è stato giudicato capace di intendere e di volere, cosa che lo ha portato al banco degli imputati.
Non è detto che si proseguirà su questa linea, sia per lui che per la figlia: Barreca aveva dato più volte segnali della percezione dell’immanenza del demonio - resta alle cronache la testimonianza di una conoscente che voleva regalargli il proprio divano, ma lui avrebbe rifiutato perché sul mobilio sarebbe stato presente il diavolo - mentre la figlia, nei giorni precedenti alla strage, avrebbe esternato atteggiamenti di giubilo immotivato in strada, si è ipotizzato presumibilmente su indicazione di Fina.